SOLIDARIETA’ CON L’UCRAINA: il resoconto finale
SOLIDARIETA’ CON L’UCRAINA: il resoconto finale
Siamo una cosa sola, è questo che abbiamo capito, ed è arrivato il momento di darvi il resoconto finale e completo di ciò che si può fare quando si uniscono le forze: ecco che cosa è stato possibile mandare in Ucraina grazie alle campagne di raccolta del mese di marzo che Steel Service ha organizzato in collaborazione con General Ricambi S.P.A. ed Ecode S.r.l.
In poco meno di 30 giorni, siamo stati capaci, con la collaborazione di tutti di raccogliere, smistare, inventariare, imballare e spedire più di 3600 litri di acqua in bottiglia, 6914 latte di legumi (fagioli, ceci, lenticchie, piselli, …), 5460 scatolette di tonno e 1973 di carne, oltre 4400 kg di pasta e quasi una tonnellata e mezza di riso, 1826 litri di latte e 1541 confezioni di biscotti, ma anche più di 2000 vasetti di omogeneizzati e molti più pacchi di pannolini, come pure salviettine umidificate, assorbenti femminili, acqua ossigenata e disinfettante, siringhe, cerotti, guanti sterili, fazzoletti di carta (nelle foto a fine articolo trovate il dettaglio).
SIETE STATI TUTTI ECCEZIONALI!
SIAMO ESTREMAMENTE FIERI DEL NOSTRO TERRITORIO, DELLA NOSTRA GENTE!
Siamo tremendamente orgogliosi di aver “prestato” la nostra nuova sede operativa a questa iniziativa: vi ringraziamo non solo per la vostra generosità nei confronti del popolo ucraino, per aver creduto nella nostra iniziativa e per esservi fidati di noi, ma anche perché ci avete regalato un’inaugurazione del nuovo magazzino che mai avremmo potuto immaginare!
Riguardando i dati che abbiamo raccolto durante quelle che sono state probabilmente le 4 settimane più intense della storia di Steel Service, ci è venuto da riflettere sul concetto di solidarietà.
Lo sapevate che “Solidarietà” è una parola che ha fatto un giro lungo per arrivare al suo più comune significato ed uso?
Secondo ciò che abbiamo trovato su Google deriverebbe dal francese solidarité, che a sua volta si modellerebbe sul latino solidus. Termini che avrebbero originariamente indicato un obbligo giuridico che legava una persona ad altre in modo vincolante, creando un legame di interdipendenza.
Solidarietà sarebbe, quindi, espressione di un legame a doppio senso, dove gli effetti, positivi o negativi che siano, interessano tutti i coinvolti.
È una lezione – quella dell’interconnessione di ogni luogo e ogni persona, anzi di ogni essere vivente e non!, su questo piccolo pianeta blu – che ci hanno ripetutamente dato la crisi economica, l’emergenza climatica, la pandemia e che anche la guerra, ancora una volta ribadisce: siamo tutti connessi, lo eravamo anche prima della globalizzazione, lo saremmo anche su isole deserte.
Siamo una cosa sola, che lo si voglia o meno.
Forse, allora, essere solidali nel senso attuale, responsabile e consapevole del termine, è il minimo che possiamo fare.
Stavamo pensando alla solidarietà perché ne abbiamo vista tanta in pochi giorni: privati cittadini, commercianti, scuole e associazioni, tante aziende di Codogno, Castiglione, della nostra zona, ma anche di tutta Italia hanno partecipato alla nostra raccolta!
In tanti hanno dato il loro contributo.
In tanti si sono sentiti responsabili.
In tanti, davvero tanti, hanno sentito il dovere di fare qualcosa.
Ne vedete alcuni esempi nelle foto che abbiamo disseminato in questo articolo, a partire dai volontari della foto di copertina, che ci hanno aiutato a smistare e imballare le donazioni nel nostro magazzino, fino ai volontari polacchi che hanno scaricato i nostri truck e organizzato la distribuzione in Ucraina.
Un lavoro come quello che è stato fatto da noi viene rifatto nuovamente in Polonia, perché i camion non possono più varcare i confini per raggiungere i grandi centri di accoglienza e smistamento in Ucraina, per cui le donazioni vengono risistemate su mezzi più piccoli in grado di raggiungere più velocemente e anche le zone periferiche.
Un sistema più macchinoso, forse, ma più efficace, in grado di rispondere in modo più pronto e mirato alle diverse necessità locali.
Arriviamo, allora, ai dati: